LA TERZA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE – Jeremy Rifkin – Mondadori, 2011 – pagg. 329
Secondo
Rifkin il petrolio e gli altri combustibili fossili sono in via di
esaurimento e le tecnologie da essi dipendenti stanno diventando
obsolete. Dal punto di vista economico il capitalismo ha sempre meno
capacità di sconfiggere le crisi economiche e la disoccupazione di
massa, oltre ad essere agente di un catastrofico cambiamento climatico
che potrebbe mettere a repentaglio la vita dell’uomo sul pianeta.
D’altra
parte si sta affermando una nuova rivoluzione industriale, la terza,
dato che si stanno affermando, come nelle due precedenti, un nuovo
paradigma energetico (energie rinnovabili, distribuite e collaborative)
assieme ad un nuovo strumento di comunicazione (l’internet delle cose,
IOT). Cosi come la prima rivoluzione industriale avvenne per
l’associazione tra vapore e caratteri mobili, la seconda ebbe origine
dal motore a scoppio supportato dal telegrafo senza fili, cosi oggi ci
troviamo di fronte a nuovi paradigmi energetici e comunicativi che,
secondo Rifkin, porteranno in pochi decenni alla coesistenza di
un’economia maggiore basata sulla “share economy” (economia
della condivisione, in cui saranno preponderanti i beni comuni), e un
capitalismo in posizione subalterna destinato alla scomparsa.
Il
libro è corredato da esperienze ed analisi di progetti innovativi
portati a termine, tuttavia, non prende in considerazione che anche la
piú “verde” delle energie e la piú distribuita delle tecnologie
comunicative possono essere elementi di dominio e merci al servizio del
capitale, se non si modificano i rapporti di proprietà e di produzione
che li producono. In ogni caso in questo scritto Rifkin offre una
disamina dettagliata dei cambiamenti tecnologici e micoecronomici della sharing economy, ed un’ipotesi affascinante sull’evoluzione dei commons (beni comuni) collaborativi.
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